Un’operatrice per il turismo esperienziale ci racconta la sua storia

Imma NuceraSono Imma Nucera. Ho conosciuto il mondo Artès per caso, inserendo delle parole su google. In realtà non sapevo bene cosa cercare, non mi era molto chiaro l’obiettivo da raggiungere. Solo di una cosa ero certa: volevo trovare un nesso che mettesse in relazione i miei studi di Filosofia, l’azienda di produzione di fragole di famiglia e quella di vigneti del mio ragazzo. Inoltre io e una mia amica volevamo trovare un modo per portare i turisti da Matera fino al mare, a Policoro. E poi in mezzo a questa confusione tra pensieri che si accavallavano e parole chiave da inserire nel motore di ricerca, mi sono imbattuta in un Corso per Operatore per il Turismo Esperienziale (Artès) a Matera. Inutile dire che mi sono subito iscritta nonostante stessi seguendo in quel periodo un master a Potenza su come valorizzare il territorio, oltre che vari corsi in varie scuole.

Dopo un momento di scetticismo iniziale, mi sono resa conto che il turismo esperienziale era il frammento che mancava alla mia vita, al mio progetto personale. Tutto mi è diventato più chiaro. Artès era l’elemento di congiunzione che stavo cercando e che mi permetteva di operare sul mio territorio. È stata una rivelazione. Finalmente ho potuto mettere in atto quello che stavo cercando ma di cui non ero ancora completamente consapevole. D’ora in poi posso dedicarmi alla mia terra, la Basilicata e con il mio lavoro far conoscere questo magnifico pezzo d’Italia. Sono stata davvero fortunata: poter svolgere un’attività nuova proprio nel posto che più amo non è cosa da poco.

E poi la Basilicata è tutta da scoprire. Ovunque il mio sguardo si posi, mi viene in mente un nuovo palinsesto Artès. Ormai il mio ragazzo dice che è una deformazione professionale. Forse ha ragione.

Dopo aver fatto il corso e realizzato la mia prima “storia da vivere insieme” Made in Artès sono arrivate le prime prenotazioni. Ovviamente non è stato tutto immediato, c’è voluto quasi un anno ma non mi sono persa d’animo e ora stanno arrivando i primi risultati. Ora posso affermare con conoscenza di causa che il mondo Artès esiste per davvero.

I turisti, non sono più turisti sono compagni di viaggio, che mi regalano emozioni straordinarie. Vederli divertirsi a scoprire attraverso i miei occhi questa magnifica terra che è la Basilicata è un’emozione unica che non dimenticheranno (e che non dimenticherò) e io mi diverto insieme a loro quando mettono le mani in pasta, fuor di metafora, e si riscoprono pasticcieri, artigiani, tufaroli e tanto altro.

Recentemente ho fatto scoprire la mia Basilicata a due gruppi di turisti americani, uno proveniente dalla Florida e l’altro da New York. Mai mi sarei immaginata prima d’ora che viaggiatori provenienti dall’altro capo del mondo, con lingua, abitudini e modi di percepire la realtà completamente diversi avrebbero potuto immergersi nella mia realtà e apprezzarla come faccio io. Ora la adorano quanto me. Ma la mia più grande gioia è stata quella di intercettare nei loro occhi lo stupore mentre guardavano attenti i campi di grano, le distese di vigneto o le piantine di capperi fuoriuscire dai sassi a Matera, o quando siamo arrivati al laboratorio e lì si è fermato l’orologio e si è tornati tutti bambini. Io e loro.