Trend 2018: tra locals e overtourism

Trend 2018
Trend 2018: turismo tra locals e overtourism

 

Ancora pochi giorni e con la Pasqua possiamo considerare ufficialmente aperta la stagione turistica 2018. Tour operator, comparto ricettivo, fornitori di servizi e, più in generale, tutti gli addetti ai lavori, che rappresentano l’indotto del settore, stanno mettendo in campo strategie di vendita ma soprattutto, nei mesi passati, hanno impegnato le loro energie per capire come sarà il turista del 2018. Cosa cercherà, quali saranno i desideri e le richieste da intercettare e soddisfare.

Il 2017 si è rivelato un anno record e i report ci hanno regalato cifre da capogiro ma ci hanno anche dato indicazioni su cosa ha funzionato e cosa no. Quanto l’Italia sia stata in grado di soddisfare le aspettative, di offrire professionalità e qualità, di proporre offerte originali e allo stesso tempo strettamente legate alla cultura e alle tradizioni. La continua crescita del mercato ha inoltre creato, in alcune aree, un fenomeno di overtourism che ha portato disagi per gli abitanti e per i turisti.

Le prenotazioni ricevute fino ad ora fanno intravedere un altro anno “grasso” e la domanda che tutti si pongono è: quali saranno i trend del 2018? Quali le novità e quali le conferme, su cosa il settore turistico dovrà lavorare maggiormente e quali le eccellenze da coltivare, cosa si dovrà inventare per attrarre nuovi segmenti di mercato e nuove tipologie di vacanza. Quello che sembra evidente è che le aspettative saranno più elevate e i viaggiatori più selettivi ed esigenti rispetto al 2017.

Pochi giorni fa Booking ha svelato gli 8 trend turismo 2018. Sono previsioni preziose perché, come si può leggere nella news ufficiale in inglese, sono il risultato di una ricerca indipendente basata su una quantità di dati impressionante.

Dai dati di American Express Travel emerge che il prezzo più basso sul mercato non basta più; il 56% degli intervistati è disposto a pagare di più pur di ricevere un servizio migliore, mentre il 53% ama sentirsi coccolato quando viaggia. Per questo gli upgrade sono sempre estremamente apprezzati, tanto che il 41% vede un upgrade gratuito come la sorpresa più gradita dopo una prenotazione.

Il viaggio è considerato da quasi metà degli intervistati (49%) come un’attività “energizzante”, con altrettanti (48%) intenzionati a pianificare un viaggio nel 2018 concentrato su sé e sul proprio benessere fisico e interiore. Non solo, il viaggio è anche un’ottima occasione per conoscere persone nuove, magari cercando attivamente di conoscere persone locali. Il 21% degli intervistati ritiene che la miglior sorpresa che un hotel potrebbe far loro è regalare un’esperienza unica offerta da un esperto locale.
Oltre a questi dati abbiamo esaminato varie ricerche i vari trend 2018 per il settore e ne abbiamo estratto un’analisi sulle tendenze ed evoluzioni del turismo per il 2018.

Motivazioni e non destinazioni
Come già evidente l’anno scorso si rafforza sempre di più la scelta del viaggio non solo in base al luogo ma soprattutto sulla base delle emozioni che saprà offrire, delle esperienze che farà vivere, della capacità di rispondere ad esigenze ed aspettative precise.

Le esperienze sono ancora un must
I viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo cercano sempre di più esperienze che siano uniche e, non stiamo a ripeterlo, autentiche e irripetibili.
Dal trovare uno spazio per ricaricare le energie grazie alla natura, all’approfondire la cultura di un posto, alla ricerca dell’avventura di una vita, gli operatori turistici devono ricordarsi che al centro dell’esperienza vi è il contatto umano, la condivisione di un interesse o di una passione, il desiderio di fare qualcosa che non si riesce a fare nella propria quotidianità. Vi è emozione, curiosità, desiderio di conoscenza, entusiasmo.
Gli operatori che forniscono tour e attività devono fare della qualità dell’esperienza la loro priorità e le destinazioni che concentrano i loro sforzi di marketing intorno alle esperienze uniche devono investire per sviluppare prodotti originali, affidabili e profondamente legati al territorio.

Gruppi multigenerazionali

Sono sempre di più i turisti che non si muovono in gruppi omogenei per fasce di età ma legati tra di loro da rapporti familiari o da passioni condivise. Le famiglie viaggiano insieme in forma allargata: nonni, zii, nipoti ma anche famiglie monoparentali o ricomposte. Allegri e variegati gruppi con età ed esigenze differente a cui bisogna essere in grado di offrire proposte adattabili e condivisibili. Bisogna inoltre considerare che oggi la propensione alla spesa per i viaggi è più elevata proprio nelle persone over 65 che godono di una certa stabilità e spesso finanziano le vacanze di tutta la famiglia.

Le passioni come sport, arte, cultura, hobby oggi riuniscono insieme persone di età e condizione sociale molto differenti. Le distanze generazionali si stemperano e bisogna considerare che spesso gli over 65 godono di una forma fisica invidiabile che li rende capaci di qualsiasi attività. Le proposte in questi casi devono essere mirate alla passione condivisa piuttosto che al gruppo di età. Spesso è proprio il segmento tra i 30 e 45 anni che, stressato dal lavoro e dalla quotidianità, cerca esperienze rilassanti mentre gli over 65, con una vita più tranquilla, sono attratti da avventure e opportunità per socializzare.

La sostenibilità
E’ diventato un tema di centrale importanza che ha coinvolto gli abitanti di varie località costretti a protestare perché si sentivano ospiti a casa propria. Privati dei propri spazi, in città invivibili dove tutto il commercio e i servizi si stanno trasformando in chiave turistica. Questa è una nota negativa che se non affrontata rapidamente e con attenzione può creare molti danni. Qui è necessario un intervento da parte delle istituzioni ma anche una nuova cultura del turismo nel rispetto non solo degli ecosistemi ma anche delle popolazioni residenti. Da una parte è sempre più richiesto un turismo autentico fatto di tradizioni e di possibilità di vivere da locals, dall’altro si stravolgono i luoghi per adattarli alle esigenze dei turisti. Rendendo tutto mercificato e spettacolarizzato.
Una maggior attenzione a questo tema si sta sviluppando anche nelle proposte degli operatori e sempre più viaggiatori stanno diventando consapevoli di come l’overtourism stia rovinando alcune mete turistiche e cominciano a pensare di visitare destinazioni meno conosciute per soddisfare il loro desiderio di viaggiare.

Destinazioni inesplorate
Visti i problemi di affollamento turistico nelle mete più famose e nelle grandi città, i viaggiatori cercano di spostarsi su destinazioni fuori dai circuiti più battuti. Senza rinunciare alla visita dei luoghi “impedibili” molti decidono di soggiornare in destinazioni simili alle grandi città senza però la folla e con la possibilità di spendere meno. In alternativa partire alla scoperta di borghi poco conosciuti e di quell’Italia, cosiddetta minore, fatta di zone rurali, paesini difficili da raggiungere, strutture ricettive semplici, servizi poco sviluppati ma ancora godibili. La sfida per il 2018 è riuscire a spostare una fetta di turismo in questi luoghi valorizzando la qualità e la professionalità dell’offerta.

Enogastronomia
Intere vacanze sono sempre di più organizzate intorno al cibo, con destinazioni scelte in base all’offerta culinaria della destinazione. Andare nei mercati locali e pranzare a casa di cittadini del luogo sarà più facile grazie a siti come EatWith e Meal Sharing che diventeranno trend interessanti per i viaggiatori.
Spazi di condivisione
Molte strutture ricettive si sono concentrate sul creare spazi comuni per gli ospiti piuttosto che allargare le singole stanze. Si è manifestata l’esigenza dei turisti di avere a disposizione ampie aree condivise nelle quali ritrovarsi e rilassarsi, fare amicizia e condividere momenti del proprio viaggio. Ai viaggiatori social non basta più condividere sulle piattaforme virtuali ma cercano luoghi e occasioni di incontro.

La crescita dei mercati asiatici
Il 2017 ha visto un’immensa crescita dei mercati outbound dall’Oriente, specialmente quelli arabi e indiani. Entro il 2020, prevedono le ricerche, il mercato arabo crescerà del 50% e secondo l’UNWTO, 50 milioni di indiani intraprenderanno un viaggio all’estero.
Il mercato arabo è fortemente orientato al lusso e ancora poco sensibile alle tematiche esperienziali, di sostenibilità e di contatto con i locals. Al momento, più del 50% dei viaggiatori arabi sono classificabili tra i 20 e i 35 anni e viaggiano sempre in gruppi abbastanza numerosi. Per loro sono imprescindibili le tappe classiche e i simboli dell’Italia come la moda i motori e design.
Il mercato indiano, invece è più eterogeneo, desiderano conoscere la cultura locale e contemporaneamente passare del tempo con le proprie famiglie. Viaggiano in gruppi familiari multi-generazione e per questo hanno bisogno di proposte su misura e diversificate, sono clienti esigenti ma anche attenti al prezzo.

L’evoluzione del mercato cinese
Sono anni ormai che l’Italia è una meta prediletta dal mercato cinese. Fino ad oggi identificato come un turismo di massa, con bassa propensione alla spesa ed esigenze molto specifiche. Negli ultimi anni però il mercato cinese è maturato differenziando le tipologie di clienti e soprattutto aprendo la strada ai repeaters. Questi viaggiatori rappresentano una grande opportunità perché hanno già familiarità con la cultura locale e la lingua e tornano per viverla ancora una volta, magari in forma più personale e evoluta.

Un altro fatto molto interessante è che sempre più donne intraprendono un viaggio rispetto agli uomini, nonostante siano il 46% della popolazione. Si tratta di donne abituate a viaggiare, alla ricerca di avventure e con un ottimo livello di inglese. Sposate o single, amano esplorare il mondo da sole o con un piccolo gruppo di amici.
Sono un segmento più sofisticato di turisti cinesi per i quali è fondamentale creare esperienze che siano educative e uniche per la destinazione scelta.

I mercati che stanno crescendo
Le donne in viaggio da sole e la comunità LGBT sono segmenti in crescita e la loro più grossa preoccupazione nei viaggi riguarda la sicurezza e il rischio di discriminazione. Cercano destinazioni dove sentirsi accolti e prediligono strutture e servizi che fanno riferimento ad associazioni riconosciute come per esempio IGLTA (International Gay e Lesbian Travel Association) o Women Welcome Women. Sono viaggiatori/trici con una alta propensione alla spesa e generalmente molto sensibili alle proposte originali, sono attenti/e all’estetica e al design, amano scoprire, imparare, mettersi in gioco. In Italia c’è ancora poca attenzione a queste tipologie di turisti e spesso mancano strutture e offerte dedicate e su misura.

Altro segmento in crescita è il turismo a 4 zampe. Sono sempre di più le persone che hanno animali e cresce l’esigenza di portarli con sé in vacanza. Anche questo segmento in Italia e poco sviluppato e sono ancora troppi i luoghi dove è vietato l’ingresso agli animali. E’ una fetta di mercato che l’Italia perde ogni anno a favore di Spagna e Francia. Chi ha un animale sceglie la destinazione in funzione dell’accoglienza che potrà avere il suo amico a 4 zampe.
Rispondere alle esigenze di questi mercati in crescita può contribuire a contenere l’effetto overtourism e distribuire in modo diverso i flussi turistici. Diversificare l’offerta intercettando, con professionalità e originalità, le motivazioni di nicchie di mercato che possono incrementare un turismo di qualità e con elevata sensibilità.