Chi come te si occupa di marketing territoriale ne avrà sentito sicuramente già parlare: a partire da fine dicembre 2018, è stata introdotta la tassa turistica di ingresso per i visitatori della città di Venezia.
Ticket d’ingresso a Venezia: in cosa consiste esattamente?
Approvata per effetto della L. di Bilancio a dalla Camera dei deputati, è stata prevista la possibilità di richiedere ai turisti un contributo variabile tra i 2,5 e 10 euro. La tassa riguarda esclusivamente quei turisti “giornalieri” che non hanno previsto pernottamenti in città e, ovviamente, sarà del tutto alternativa alla tassa di soggiorno che già da tempo viene applicata in numerosi comuni italiani.
Il motivo della scelta? La manovra punta a migliorare la gestione dei flussi turistici, imponendo un prezzo maggiorato sui servizi pubblici per coloro che si troveranno in città per poche ore a scopo meramente turistico. Un elemento che non sarà possibile ignorare al momento della definizione e attuazione della tua prossima strategia di marketing territoriale.
La fine del turismo di massa?
Sentiamo sempre più spesso parlare di conservazione delle tradizioni e di come il turismo esperienziale possa essere la chiave di volta per dare nuova luce alle perle del nostro paese e, allo stesso tempo, innalzare la qualità del turismo incoming. A seguito della notizia, ci si domanda se il ticket riuscirà davvero a ridimensionare il fenomeno del turismo di massa che affligge Venezia. Se da una parte il ticket contribuisce ad attrarre i turisti che hanno un vero interesse a scoprire i nostri tesori, dall’altra la manovra è stata richiesta anche dagli operatori locali. Venezia, da sempre meta apprezzata a livello internazionale, da anni soffre il problema di un turismo di massa. Il fenomeno dell’overtourism comporta forti difficoltà di gestione dei flussi turistici, diminuendo la qualità della visita anche dal punto di vista del visitatore stesso. Grazie alla tassa si potrà invece così contribuire ad attrarre un turismo “di qualità”, ossia contraddistinto da viaggiatori realmente motivati a scoprire il territorio.
Roscioli, vicepresidente vicario di Federalberghi, in una recente intervista centra il punto: «La tassa di sbarco è adatta a colpire il turismo mordi e fuggi di chi non pernotta in albergo e non paga pertanto la tassa di soggiorno. […] il limite è di essere applicabile solo nelle realtà con confini facilmente identificabili come Venezia, Capri o le isole Eolie. Sarebbe impossibile introdurla a Roma a Firenze. […]».
Le opportunità di marketing territoriale prospettate dal ticket
La tassa contribuirà a finanziare le spese di mantenimento, restauro e conservazione del nostro patrimonio, in un’ottica di circolo virtuoso.
Le guide turistiche e gli operatori locali interessati a innalzare il livello dei propri prodotti turistici ne potranno trarre grandi benefici, avendo dalla loro un elemento pratico in più per l’impostazione di una strategia di marketing territoriale che punta a un target di “maggior qualità”.
La presenza del ticket, infatti, contribuisce a creare una percezione di alta gamma della destinazione turistica, il cui posizionamento diviene quasi “elitario”, se non di nicchia. Gli operatori che vorranno sfruttare questo strumento potranno avvalorare l’applicazione della tassa creando delle offerte specifiche che rispondono a una domanda di fruibilità e esclusività in termini di valori locali, come quelle legate al turismo esperienziale. Per tutte le istituzioni e gli operatori turistici che vogliono evitare di creare una discriminazione esclusivamente economica, il turismo esperienziale può dare un buon supporto per offrire una selezione valoriale e qualitativa.
Il turismo esperienziale a sostegno del turismo di qualità
Una strategia di marketing territoriale che punta ad un turismo di qualità ha il suo più potente alleato nel turismo esperienziale. Due facce della stessa medaglia, il primo rappresenta la spina dorsale della promozione della destinazione e il secondo è lo strumento migliore per arricchire la visita di un rapporto più diretto, profondo e consapevole con il territorio e il suo patrimonio. Abbiamo raccolto qui 3 esempi di marketing territoriale che fanno leva sul turismo esperienziale che potranno esserti utili come riferimento.
E se hai deciso di investire nella promozione del tuo territorio e avessi necessità di un consiglio, non esitare a contattarci: il team di Artès offre corsi di formazione specialistici per il turismo esperienziale e sarà felice di aiutarti a sviluppare un tuo prodotto turistico esperienziale per riscoprire l’unicità del territorio in cui vivi.