Storytelling e turismo esperienziale: emozioni first

Cos’hanno in comune il turismo esperienziale e lo storytelling? Le emozioni.

Se da una parte c’è una nuova frontiera del turismo, dove la parola “esperienza”  modifica l’approccio al viaggio per un turista sempre più alla ricerca di autenticità ed emozioni, dall’altra c’è lo storytelling, un racconto che mette in evidenza le caratteristiche salienti del territorio che si vuole promuovere, inserendole in una narrazione coinvolgente in grado di suscitare una reazione emotiva.

Ma c’è un altro punto in comune tra lo storytelling e il turismo esperienziale: la centralità della persona. Ovunque si parli di storytelling o di narrazione si parla di persone e le persone si nutrono di racconti.

Storytelling_narrazione
Storytelling… Hai presente quando percepisci che tutti quegli occhi sono per te?

 

La specie umana ha sempre “raccontato storie”. Fin dai tempi più remoti ha sentito la necessità di lasciare un segno, un ricordo, una traccia. Con la tradizione orale, il racconto classico che parte da Omero, passa dai menestrelli ai trovatori e arriva alla radio o con le immagini. Che si tratti di pitture rupestri, incisioni e disegni di caccia ritrovati in grotte, o degli arazzi di Bayeux, straordinari pezzi di stoffa ricamati che ritraggono la conquista normanna dell’Inghilterra e che illustrano i modi di vivere e i costumi militari e civili dell’epoca, l’obiettivo è sempre lo stesso: comunicare, informare, stupire, coinvolgere. In breve esattamente ciò che oggi viene chiamato storytelling e che viene applicato ad ogni genere di attività, dai prodotti da pubblicizzare, alla politica di un partito.

Quando gli operatori del settore turistico hanno scoperto l’efficacia delle tecniche della narrativa applicate al comparto per narrare le esperienze di un viaggio hanno dato vita al travel storytelling.

Chi segue questo blog sa benissimo cosa si intende per turismo esperienziale, questo nuovo modo di fare turismo, dove il protagonista non si accontenta del classico posto letto in una bella località, ma vuole vivere il suo viaggio o la sua vacanza come un’esperienza sensoriale totale, a 360 gradi, a stretto contatto con i locals, veri ambasciatori delle specificità del territorio che sta visitando. In questo tipo di viaggio il turista allarga i propri orizzonti, impara e  torna a casa non soltanto con le foto ma con un ricordo indelebile di visite culturali, esperienze gastronomiche, laboratori artigianali, incontri vissuti con la gente del posto, in una girandola di piccoli grandi eventi della vita quotidiana.

Sono proprio questi gli elementi su cui fa perno il travel storytelling: una narrazione condivisa in cui l’elemento umano è protagonista assoluto della storia.

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Gli arazzi di Bayeux, un magnifico esempio di visual storytelling


La narrazione dell’esperienza del viaggio non inizia e non finisce con il viaggio

La narrazione dell’esperienza del viaggio non inizia e non finisce con il viaggio. In realtà l’esperienza inizia molto prima della partenza e non si conclude con il ritorno a casa. Già nella fase di ricerca il turista viene attratto e incuriosito dalle varie narrazioni che incontra in rete,  che gli consentiranno di compiere la sua scelta. L’immaginazione corre e anticipa il piacere dell’avventura che lo aspetta e che ancora non conosce. Poi, al termine del suo viaggio esperienziale, porta a casa ricordi e una scia di sensazioni che vuole condividere con gli amici e raccontare, diffondendoli, sui vari social network.