Professionalità e imprese 4.0: due concetti che vanno a braccetto. Molti sono i temi che accomunano le imprese e i professionisti in un sistema, quale quello italiano, chiamato a dare risposte per la crescita economica e ad interpretare le tendenze evolutive del mercato del lavoro locale ed internazionale.
E ciò è vero in particolare nel settore turismo che, per le potenzialità di offerta dei territori e per domanda mondiale in forte crescita ed in costante trasformazione, rappresenta un motore per produrre sviluppo ed occupazione.
Il nuovo Piano strategico nazionale del Turismo – “Italia, Paese per viaggiatori” delinea proprio tale sfida, secondo una chiara visione e la proposta di obiettivi ed interventi specifici.

Oggi non si può parlare “Impresa 4.0” senza pensare alle nuove professionalità interne ed esterne alle aziende, a moderni ed efficienti servizi professionali per un nuova rivoluzione industriale, che mette al centro dei processi produttivi non solo sofisticate tecnologie di nuova generazione ma, prima ancora, la persona ed una idea di lavoro che sarà sempre più espressione di professionalità e di autonomia, di orientamenti etici e valoriali e sempre più orientata alla produzione di servizi e beni relazionali.
Diviene quindi importante che imprese e professionisti, anche nel settore turistico, dialoghino insieme per dare valore al lavoro qualificato delle persone, alle competenze e alle professionalità, per trovare soluzioni condivise, avviare progetti innovativi e, laddove necessario, saper interagire con il decisore politico e pubblico.
Accrescere la cultura dell’ospitalità e la qualità dell’offerta turistica, significa anche sviluppare nuove competenze e professionalità in funzione dei nuovi fabbisogni della domanda e delle nuove esigenze legate alla valorizzazione e integrazione territoriale della filiera turistica.
Sono centinaia le attività lavorative che si stanno sviluppando e che possono concorrere al successo del turismo italiano.
Professioni tradizionali (tecnici delle attività ricettive, tecnici dell’organizzazione di fiere, convegni ed eventi culturali, animatori turistici, agenti di viaggio, Guide ed accompagnatori specializzati), quelle innovative del settore ( Destination manager, Travel designer, Operatore per il turismo esperienziale, ecc.), quelle che si intrecciano con il web ( Channel Manager, All line advertiser, Web analyst, Transmedia web editor, Community manager, ecc.) con la tutela e la valorizzazione/fruizione dei beni culturali ( Restauratore, Addetto al merchandising, Gestore di beni monumentali, Direttore artistico, Addetto alla didattica ,ecc.) e con l’enogastronomia .
Un patrimonio da sviluppare e che andrebbe meglio valorizzato in termini di percorsi di qualificazione professionale, definizione delle competenze, dei profili professionali e loro riconoscibilità sul mercato.
È ciò in linea con l’Unione Europea che ha più volte richiamato gli Stati sull’importanza della qualità offerta delle professioni “non regolamentate”, e che ritiene che la qualità dei servizi possa essere fornita da sistemi di certificazione e autocontrollo ormai ampiamente diffusi e riconosciuti in tutta Europa e a livello internazionale.
Uno strumento utile a dare risposte alle esigenze del mondo delle professioni è fornito in Italia dalla Legge 4/2013 che si riferisce alle professioni non organizzate in ordini o collegi.
La portata innovatrice della L. 4/2013 riguarda l’attenzione rivolta al mercato e alla concorrenza, intervenendo nel rapporto tra consumatore e professionisti e permettendo a questi ultimi di ottenere un’evidenza pubblica e riconoscibile della loro attività, ma anche individuando in modo espresso il ruolo e dettando una prima regolamentazione delle associazioni professionali.
Come ha ricordato Anna Rita Fioroni, Responsabile Confcommercio Professioni, in un recente convegno, con la Legge 4/2013 si apre anche la strada alla certificazione per le professioni non regolamentate, percorso alternativo all’introduzione di regolazioni più stringenti che potrebbero costituire una barriera pubblicistica all’accesso alla professione.
In Confcommercio è nato il Coordinamento delle professioni, per dare voce unitaria anche al lavoro autonomo professionale.
Se si guarda fuori dall’Italia in tutti i sistemi nazionali, il ruolo delle qualifiche e delle certificazioni nella regolazione delle professioni è determinante.
Da un lato, esse sono uno strumento attraverso cui garantire le istanze di protezione e tutela dei consumatori/utenti e di riconoscimento dei professionisti, dall’altro, stabilendo le condizioni di accesso alla professione e del suo esercizio, sono uno mezzo di regolazione del mercato.
Anche sotto tale profilo un ruolo fondamentale può essere svolto dalle associazioni professionali iscritte al registro del MISE ai sensi della legge 4/2013 per le professioni non organizzate in ordini o collegi, cui può essere affidato il compito di individuare e promuovere, in collaborazione con gli enti titolari previsti dal decreto (in particolare le Regioni, ma non solo) tali percorsi formativi per l’acquisizione delle competenze necessarie si fini delle qualifiche professionali.
E’ quanto ha iniziato a fare nei diversi territori regionali Assotes, l’ Associazione Professionale degli Operatori per il Turismo Esperienziale, rete di professionisti, capaci di creare, organizzare ed erogare “prodotti” esperienziali disegnati nel rispetto del modello operativo di produzione ed erogazione e attorno ad una specifica passione condivisa con il turista che diventa protagonista sul palcoscenico del territorio.