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Il Turismo esperienziale vale 40 miliardi in Europa

Il turismo esperienziale si fa strada man mano nelle menti non soltanto dei viaggiatori ma anche e soprattutto degli imprenditori del settore turistico, che hanno già iniziato a vederne le ampissime potenzialità.

E non si tratta più soltanto di un trend, se pensiamo che anche durante il TTG Travel Experience, una delle fiere più importanti del settore che si è conclusa poche settimane fa, si è ampiamente parlato del tema: dai dati più recenti emerge che un viaggiatore su tre che sceglie un’esperienza e che il mercato del turismo esperienziale vale già 40 miliardi soltanto in Europa.

Molti si chiedono in cosa si differenzi un’offerta turistica esperienziale rispetto a una tradizionale, come se si trattasse di un nuovo modo di riproporre i prodotti e i servizi già esistenti o di addirittura metterli da parte. In realtà, quello del turismo esperienziale è un nuovo approccio del viaggiatore, in primis, e degli operatori, in secundis, all’esperienza turistica.

Non si parla più del pacchetto di viaggio acquistato per vedere i mercatini natalizi in Germania: si parla di un’esperienza insieme (al partner, alla famiglia, agli amici o a sé stessi) per vivere la cultura tedesca attraverso gli occhi e le mani degli artigiani del luogo.

Perché si parla di esperienze? Cosa vogliono i viaggiatori?

Semplice: benessere relazionale. L’intrinseca necessità dell’essere umano di creare relazioni profonde esplode in tutto il suo splendore nella ricerca, prima, e l’acquisto, poi, di esperienze che puntino a sviluppare relazioni con il territorio e con la gente del luogo. La necessità di provare benessere relazionale anche in vacanza non è più necessariamente legato alla selezione di prodotti e servizi turistici di lusso: non è un caso se stanno tornando a prendere piede correnti di pensiero quali il minimalismo o i movimenti dedicati alla vita e al turismo slow, per contrastare dal mondo da fast food di oggi. E cade la dicotomia tra ricco e povero come la conoscevamo: le persone vogliono acquistare esperienze, non più prodotti.

Perché sarà un’esperienza, unica e irripetibile, che farà sentire ai viaggiatori un vero contatto con il territorio e ciò che ha da offrire, senza dimenticare che l’esperienza si può condividere, si può empatizzare con essa ma allo stesso tempo rimane un diamante prezioso e unico nella mente e nel cuore di chi l’ha vissuta in prima persona.

Le esperienze: la nuova forma di democratizzazione del settore del turismo

Non tralasciamo il fatto che il turismo si sta pian piano democratizzando grazie alle esperienze: esistono attività di tutti i tipi e per tutti i budget che possono diventare un’esperienza indimenticabile, e la cosa probabilmente migliore di tutte è che davvero ognuno di noi può accedere ad almeno una delle offerte di turismo esperienziale che desidera.

Che si tratti di un’attività a due passi da casa o in un altro paese o continente, l’esperienza deve rispondere al desiderio della persona di cambiamento dello status quo. Si riduce l’idea del prezzo come ostacolo, vince la necessità di vivere l’unicità: calarsi in un’altra pelle, cambiare il proprio modo di approcciarsi alla vita, rinnovare la percezione delle cose, delle relazioni, del mondo che ci circonda, il modo in cui ci riappropriamo della nostra vita a partire dalla scelta di una nuova personalità, di un nuovo hobby, di una nuova passione. Un’esperienza l’esperienza stessa cui tutti possono e vorranno accedere.

La risposta degli operatori al turismo esperienziale

Se da una parte Airbnb ha permesso con le Experiences anche ai non addetti ai lavori di approcciarsi al settore, dall’altra anche gli operatori professionisti si stanno muovendo per dare riconoscimento al mondo delle esperienze, in Italia e all’estero.

Recentemente, la Cna ha chiesto al ministro Centinaio il riconoscimento giuridico dell’imprenditore turistico esperienziale e il potenziamento dei trasporti, per consentire l’arrivo dei viaggiatori in cerca di esperienze uniche anche nelle destinazioni meno note e ancora oggi difficilmente raggiungibili.

Intanto, non manca anche la formazione per la creazione di prodotti turistici esperienziali come il Progetto Artès, la cui offerta formativa punta alla creazione del ruolo professionale dell’Operatore per il Turismo Esperienziale, qualifica che permette l’inserimento nel registro professionale curato da ASSOTES, Associazione degli Operatori per il Turismo Esperienziale.

Infine, a breve si terrà la Borsa dell’Incoming e del Turismo Esperienziale (BITEsp) a Venezia per favorire la nascita dell’offerta e della domanda di questo tipo di turismo, oggetto dell’incontro degli operatori del settore.

In conclusione

Occorre sottolineare che il turismo esperienziale non si esaurisce nella persona che la vive ma vive delle persone che la creano e la rendono memorabile: per questo motivo il turismo esperienziale ben si lega con il territorio, le sue genti, le sue tradizioni che consentono di vivere una nuova apertura mentale, plasmata da una filosofia di vita e di concetto di vacanza totalmente diversa, che si appiglia alle emozioni e ai ricordi del singolo e soprattutto, non necessariamente lontano da casa. E sarà missione degli operatori rispondere a questa domanda di esperienze con un’offerta turistica degna d’essere chiamata tale.

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