Storytelling o Storyliving? Concetti alternativi o approcci che si completano?
Non c’è dubbio che il territorio, quando vuole promuoversi come destinazione, possa trarre grande vantaggio dall’essere raccontato tramite le ormai consolidate metodologie dello Storytelling, una pratica che si è diffusa soprattutto grazie ai processi di conversazione e condivisone social, che trasforma ogni attore del territorio, inclusi turisti e viaggiatori, in possibili narratori delle infinite storie locali raccontate dal loro punto di vista.
Così quanto viene vissuto “nel durante”, viene raccontato “nel dopo” e diventa promozionale per la fase “del prima”, quando un nuovo turista si sta documentando su una meta, su un Tour o su un servizio legato ad una specifica destinazione.
A titolo di esempio di buona pratica, Promoturismo FVG ormai da tempo ha dato vita ad una interessante iniziativa coinvolgendo una grande schiera di Ambassador locali, giovani formati e motivati a raccontare come volontari il territorio friulano dal punto di vista delle loro passioni nel sito dedicato www.fvglivexperience.it
Lo Storytelling attira, crea interesse, promuove il territorio. Può essere molto costoso se ci si affida solo ai professionisti di quest’arte della scrittura, giornalisti, blogger, esperti di media e digital marketing in genera, costa di meno se riusciamo a coinvolgere gli esperti di territorio in una logica di crowdsourcing, ovvero schiere di appassionati, locali o addirittura i turisti, fino a dar vita a community che ci raccontano il territorio facendoci percepire il valore e le emozioni del vissuto attorno alle loro passioni.
Senza Storytelling quindi non c’è promozione del territorio e certamente si tratta di un processo di comunicazione ormai necessario, ma forse non ancora sufficiente ad attirare i volumi di turisti esperienziali che la distribuzione turistica ha man mano veicolato verso Spagna, Francia e Portogallo, paesi ritenuto capaci di una migliore organizzazione, in grado essere rassicuranti grazie a contenuti di qualità validata e marchi aggreganti, mentre l’esperienziale italiano è percepito improvvisato, frammentato, non si sa bene cosa si compra, non si sa bene la qualità, bisogna trovare tanti fornitori diversi se si vuole costurire un prodotto che porti a vivere esperienze significative lungo la nostra bella Italia.
Se è vero che la domanda potenziale di turismo esperienziale vale ormai il 40% dei viaggiatori globali, non sarà sufficiente per il sistema Italia, garantire professionalità, prodotti di qualità certificata, marchi di riferimento per offrire un prodotto integrato su tutta Italia.
Queste cose sono ormai il minimo sindacale e buona fortuna all’Italia se ancora non si è messa alla pari rispetto a quanto si è ormai affermato da anni negli altri paesi Europei.
Per alzare l’asticella e motivare la filiera a guardare la nostra offerta con interesse, o si va sul prezzo, ma auspichiamo che nessuno sia tentato di infilarsi in questo dirupo, o si va sulla innovazione proponendo qualcosa di distintivo e di alta qualità che gli altri paesi ancora non stanno facendo.
Noi di Artès pensiamo di aver individuato una innovazione che può fare il salto di qualità al sistema Italia, andando a definire un format innovativo di Storyliving, perseguibile peraltro a costi di sistema molto contenuti perchè non richiede investimenti infrastrutturali, ma formazione di specialisti capaci di dr vita ad una produzione di un nuovo format turistico.
Storyliving, ovvero mettere il cosiddetto ConsumAttore, o Prosumer per dirla all’inglese, nella condizione di essere vero protagonista di una storia da vivere insieme o, come recita il payoff di Artès, “Stories to live together.
Ci sono già molti professionisti che in Italia si stanno specializzando al sistema di Storyliving Artès, a cui abbiamo dato il titolo di Operatori per il Turismo Esperienziale (OTE), gestiti nel registro del’associazione professionale ASSOTES, accreditata per tale scopo dal MISE, Ministero per lo Sviluppo Economico.
Gli OTE imparano a creare, organizzare, erogare delle piccole fiction, ovvero delle piccole Storie, dove il turista può immergersi nella cosiddetta “trance narrativa” con un leggero gioco di ruolo , dimenticando di essere turista, diventando il protagonista di una Storia che, secondo il framework Artès, solo lì poteva capitare (link diretto alle radici della destinazione e al suo Genius Loci), condividendo con gli OTE una serie di passioni che aiutano ad accelerare la relazione in un clima di amicizia e familiarità.
All’interno di ogni Storia Artès i ConsumAttori sperimenteranno, degusteranno, metteranno le mani in pasta, imparando ogni volta qualche cosa di importante della nostra cultura e delle nostre tradizioni, consolidando un sentimento di familiarità che li farà sentire “locale con i locali” in un processo di coinvolgimento totale che li trasformerà profondamente grazie alle emozioni e alle relazioni che andrà a costituire nelle tante o poche ore vissute in questa nuova formula di intrattenimento immersivo.
Il lettore si domanderà, ma perchè ci serve questo nuovo sistema dello Storyliving, non si poteva fare la stessa cosa con un normale itinerario esperienziale ?
La risposta è: forse sì se il nostro turista è stanziale e se trova il tempo per assorbire i temi della destinazione fino ad immergersi ogni giorno in una delle tante sfaccettatura che il territorio gli può offrire.
Forse no se abbiamo di fronte un viaggiatore che si muove lungo l’italia in modo individuale o in piccoli gruppi di 8-12 persone in un viaggio di 7-10 giorni che lo porterà a godere delle meraviglie di un certo numero di destinazioni, desiderando sperimentare in modo intenso e coinvolgente un assortimento di passioni e tematiche lungo un itinerario emozionale.
In questo caso un sistema professionale di Storyliving come il Modello Artès diventa un potenziatore della leva relazionale ed emozionale.
L’immersione nel ruolo previsto da ogni Storia cambia il paradigma, sparisce il concetto classico di “itinerario” viene sostituito dal paradigma dello Storyliving, ovvero andando a vivere un frammento di vita, in un processo multi sensoriale dove la ragione si arrende velocemente alle emozioni per andare a garantire quanto promesso da ogni Storia Artès ovvero di essere Memorabile Unica e Irripetibile.
Con lo Storyliving Artès una attività turistica, diventa un vero e proprio prodotto, un nuovo genere di intrattenimento, un vero e proprio motivo di attrazione per il territorio in generale, ma anche per esempio per un hotel ricco di densità narrativa e, con la stessa logica, potremo coinvolgere un artigiano, una azienda del made in italy, un artista, un ristorante, un Bed & Breakfast, un monumento del FAI, un convento ecc.
Infinite sono le applicazioni di una formula di Storyliving, infinite quante sono le Storie, le passioni, le emozioni nascoste sotto ogni sasso della nostra meravigliosa Italia.
Ma lo Storyliving non si improvvisa, serve un format, un disciplinare, una professione, la capacità di portare sul mercato un prodotto originale ed innovativo che, pur dovendo garantire una elevata flessibilità rispetto a vari target di mercato, in prima istanza è pensato per un pubblico medio alto spendente, quello che vogliamo portare in Italia, quello che può portare tanto lavoro in Italia per i professionisti del turismo esperienziale e, ovviamente per tutto l’indotto.
Anche perché con un format professionale di Storyliving possiamo allungare la stagione o addirittura arrivare a destagionalizzare una destinazione. Una Storia Artès può dar vita a una attrazione in territori dove mancano le leve naturali di attrazione.
Con lo Storyliving Artès siamo all’inizio di una vera rivoluzione nel sistema di proposizione del valore dell’Italia e siamo convinti che tanti professionisti del sistema turistico come nuovi entranti potranno trarne un grande vantaggio.
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