Con oltre 2000 visitatori e centinaia di buyers e sellers, si è da poco conclusa con grande successo la prima edizione della BITESP (Borsa per il Turismo Esperienziale), la fiera B2B interamente dedicata alla filiera del turismo incoming e delle vacanze esperienziali.
Dal 19 al 21 Novembre 2018 la meravigliosa città di Venezia ha accolto i professionisti nazionali e internazionali specializzati in turismo esperienziale per dare voce all’Italia come destinazione e per sviluppare una rete professionale in questo settore in forte crescita.
Ecco alcuni tra i punti più importanti emersi nell’edizione di quest’anno.
Un panorama italiano estremamente attivo
Di fronte a un contesto in cui il 60% dei viaggiatori è convinto che le esperienze abbiano un valore molto più alto di qualsiasi acquisto materiale (Booking, 2018), il mercato italiano è già all’opera.
I tour operator hanno inserito nuovi prodotti esperienziali nel loro catalogo, è stata creata l’associazione di categoria Assotes per riunire i professionisti del turismo esperienziale, si sviluppano percorsi di formazione specializzati e modelli di riferimento per la creazione professionale di prodotti esperienziali come il Modello Artès.
La creazione di una rete locale per lo sviluppo locale
Il tessuto economico italiano è, tuttavia, ancora particolarmente frammentato anche nel caso del settore turistico. Per questo la BITESP ha voluto raccogliere, attraverso un appuntamento fortemente specializzato, tutti i professionisti del settore del turismo esperienziale: un momento per la nascita di sinergie fondamentali per lo sviluppo del paese.
Come commenta Maurizio Testa, fondatore di Artès a La Nuova Venezia: ” Oggi i turisti vogliono sempre più vivere come un locale. I numeri in Italia sono cresciuti del 65% negli ultimi anni. Si viaggia in piccoli gruppi, si impara a cucinare le ricette del posto e a coltivare l’orto: cose che mettono in relazione con la realtà locale“.
Unire la domanda di esperienze con la realtà e l’identità del territorio sarà il passo fondamentale che tutti gli operatori del settore dovranno fare se vogliono farsi promotori di esperienze davvero uniche nel loro genere. Ma attenzione: la realtà locale dovrà essere composta da una rete di promotori locali, comprendendo non solo hotel e tour operator ma anche e soprattutto gli attori diretti di esperienze, quali gli artigiani e le imprese locali.
Le esperienze come risposta alla banalizzazione online
I contenuti pubblicati online hanno portato le immagini delle diverse destinazioni agli occhi di tutti, quasi banalizzando il momento in cui il viaggiatore giunge a destinazione e può meravigliarsi del paesaggio che gli si propone. In risposta alla “volgarizzazione” online dei viaggi, il turismo esperienziale propone un’inversione di rotta, ripartire dalle radici e puntare sul benessere relazionale, sviluppando relazioni umane reali, non più digitali per dare un nuovo volto alle destinazioni.
Il punto di partenza per una destagionalizzazione efficace
Ed è proprio concentrandosi sul benessere relazionale e le relazioni umane che il turismo esperienziale si propone come punto di partenza per la destagionalizzazione della domanda. Un’esperienza unica e specifica non deve necessariamente legarsi all’alta stagione e può utilizzare un determinato periodo dell’anno come fattore decisivo e di vantaggio rispetto ad altre attività; allo stesso modo, un’esperienza impostata ponendo al centro le persone come protagoniste di una destinazione, può prendere vita in ogni momento dell’anno.
Tanta energia e tanta strada da fare.
“Ora non basta più avere un bel posto e cibo buono. Abbiamo di fronte a noi un’enorme potenzialità, dobbiamo sfruttarla” afferma Maurizio Testa nell’intervista a La Nuova Venezia.
Il nostro paese è ricco di potenzialità da sfruttare, al di là di quelle legate alla domanda di viaggi dai maggiori mercati per l’incoming (Germania e paesi anglofoni). I professionisti del settore hanno tanta strada da fare per aumentare la qualità dell’offerta turistica italiana ma hanno a disposizione anche le migliori armi per farlo, dalla formazione agli eventi dedicati allo sviluppo del turismo esperienziale professionale come la BITESP.