Il 2018 si sta avviando a conclusione e per Artès è stato un anno davvero speciale, che ha visto una vera e propria esplosione della domanda di esperienze. Anche il lato dell’offerta del contesto italiano sta rispondendo con sempre più entusiasmo e il team di Artès è orgoglioso di essersi fatto promotore del debutto di tanti nuovi professionisti del turismo esperienziale, grazie alla realizzazione di corsi di formazione specializzati.
Con il 2019 in arrivo, ci si domanda quale saràil mercato con cui i nuovi professionisti del turismo esperienziale si dovranno confrontare una volta terminata la loro formazione; ne parliamo con Rita Covello, socia fondatrice di Artès, con alle spalle una lunga esperienza nel settore turistico e nel tailor-made nonché profondamente impegnata nello sviluppo del turismo esperienziale di qualità.
Ciao Rita, grazie per essere con noi oggi! Che tipo di evoluzione del mercato ci possiamo aspettare dal turismo esperienziale in Italia?
Il turismo esperienziale ha avuto un vero e proprio boom che ha fatto sì che molte proposte turistiche, come escursioni giornaliere o semplici visite guidate, si siano ad un tratto “trasformate” in esperienze. È necessario ed inevitabile che una volta “assaggiato” e conosciuto il prodotto, il mercato andrà verso una selezione basata sulla qualità delle proposte e sui contenuti che devono essere realmente esperienziali. Non si tratta di vendere per forza esperienze originali e inedite ma la differenza sta nel come le si propone, nel contatto e nel rapporto di scambio e di unicità che si crea tra chi propone l’esperienza e chi la acquista.
Quali mercati incoming sono andati per la maggiore nel 2018?
Se parliamo dell’Europa, sicuramente l’Italia rimane una delle mete più richieste e desiderate. Il che però non vuol dire che siamo il paese in Europa che ha più visitatori. Può sembrare un controsenso ma è così. Francia e Spagna sono sempre avanti in termini di arrivi e permanenze perché da anni ormai hanno sviluppato strategie mirate per il settore turistico.
Quali sono secondo te le sfide che l’Italia, come destinazione, si trova ad affrontare come meta di turismo esperienziale?
Prima di tutto l’Italia deve cominciare a pensare e credere che il turismo sia un settore strategico, di conseguenza lavorare con piani programmatici a lungo termine e mirati. Il turismo esperienziale può e deve essere una leva di sviluppo ma è necessario uno sviluppo organico, sostenibile, basato sulla formazione e sulla specializzazione. Bisogna sfruttare le enormi risorse che abbiamo e trasformarle in eccellenze. Per fare questo ci vogliono investimenti, competenza e professionalità.
Quale regione o quale tipologia di attività esperienziali sono andate per la maggiore quest’anno, e perché secondo te?
Le regioni maggiormente richieste sono più o meno sempre le solite: Veneto, Toscana, Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia e Puglia. Alcune trainate da mete molto conosciute e città che sono punti di arrivo e partenza per i turisti extraeuropei. Per quanto riguarda le esperienze sicuramente la fanno da padrone quelle legate all’enogastronomia; funzionano bene anche quelle culturali e naturalistiche.
Quali regioni o quali attività pensi che saranno le più richieste nel 2019?
Sinceramente non credo che le regioni richieste cambieranno di molto. Negli ultimi anni sono aumentati i flussi turistici anche in zone cosiddette minori e alcune regioni hanno attivato piani di promozione che hanno dato ottimi risultati, in ogni caso i turisti stranieri, in particolare quelli che vengono per la prima volta in Italia, non vogliono rinunciare alle mete iconiche. Bisogna quindi imparare a proporre attività già molto richieste in un modo nuovo oltre ad affiancarle con proposte di nicchia. Un mix di fantasia e professionalità che trasforma l’ordinario in originale, il turismo dei numeri in turismo di appassionati. Una sfida non facile che ci vede in prima linea con la nostra formazione specialistica.
Vuoi saperne di più sui corsi di formazione turistica esperienziale proposti da Artès? Clicca qui per richiedere informazioni e parlare con lo staff!.
In più, numeri, sbocchi professionali, consigli, aneddoti e novità: questo e molto altro ancora nella nostra newsletter di Gennaio, in cui approfondiremo l’argomento con il responsabile della formazione Maurizio Testa.