2018 anno del cibo italiano e del turismo esperienziale

Il 2018 sarà l’anno del cibo italiano nel mondo. Dopo le rituali abbuffate di Natale e Capodanno parlare ora di cibo potrebbe risultare fuori luogo a più di uno. Eppure, gli italiani se ne dovranno fare una ragione perché ancora di cibo si parlerà, e per tutto il 2018. Dopo l’anno nazionale dei cammini (2016) e dopo quello dei Borghi (2017) è ora di rimettersi a tavola perché i ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e dei Beni culturali e del turismo hanno dichiarato il 2018 l’anno del cibo italiano nel mondo.

Che sia l’onda lunga dell’Expo 2015 o l’effetto più recente di FICO, il più grande parco alimentare del food Made in Italy appena inaugurato a Bologna, sta di fatto che di cibo vive anche l’economia. Secondo dati dell’OMT, (Organizzazione mondiale del turismo), il turismo enogastronomico è un segmento in forte ascesa e uno dei più dinamici all’interno del comparto turistico. Per dare un’idea dell’importanza del fenomeno basti sapere che solo in Europa ammontano a circa 600 mila i viaggi all’insegna dell’enogastronomia e sono 20 milioni quelli che prevedono attività enogastronomiche.

L’anno del cibo italiano nel mondo è un’inziativa nazionale, che punta alla promozione del Belpaese attraverso la valorizzazione dei riconoscimenti Unesco ai patrimoni immateriali relazionati al cibo e al territorio di produzione, come la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi vitivinicoli di Langhe – Roero e Monferrato, Parma città creativa della gastronomia, la Dieta mediterranea e la new entry Arte del pizzaiolo napoletano.

 

2018, Anno del cibo italiano nel mondo

 

Sempre più stranieri “presi per la gola”

Secondo una recente ricerca Ipsos, l’Italia è al primo posto fra le destinazioni di viaggio desiderate dagli stranieri. Sempre nella stessa ricerca, gli stranieri mettono l’Italia sul più alto gradino del podio in fatto di qualità della vita, creatività e inventiva. Ma la notizia più sorprendente è che l’offerta enogastronomica è diventata ormai motivazione primaria di viaggio per il 48% degli intervistati, alla pari delle città d’arte (49%) e dei monumenti (48%). Inoltre, per il 23% degli stranieri intervistati è proprio la gastronomia il primo aspetto che viene in mente quando si cita l’Italia, seguita da moda e monumenti (entrambi 16%). A confermare un il trend in crescita della cucina italiana è il Food Travel Monitor 2016, il più importante studio internazionale sul turismo enogastronomico presentato dalla World Food Travel Association.

In particolare, da una ricerca effettuata da Unioncamere-Sicamera, risulta che tra gli stranieri che vengono in Italia sono i francesi ad essere più attratti dalle sue eccellenze enogastronomiche (25,9%), seguiti dai tedeschi (22,5% e dagli inglesi (16,9%). Un dato particolarmente lusinghiero quello dei francesi, vista la loro grande tradizione culinaria unita a una invidiabile capacità di promuoverla.

 

Turismo ed enogastronomia, connubio perfetto

In Italia c’è “fame” di turismo enogastronomico. Ridurre il cibo a semplice alimentazione sarebbe riduttivo. Mangiare è anche un atto culturale e sociale, il modo più semplice per stare insieme. E visto che la convivialità fa sempre parte di un incontro, si potrebbe quasi dire che il cibo ne è la parte propedeutica, la tappa primordiale e alle volte taumaturgica. Ma è anche il modo più diretto, evocativo e sensoriale di conoscere un luogo. Il connubio cibo territorio e cibo e arte raccontano la storia delle nostre regioni e delle comunità di persone che le abitano senza bisogno di traduzione linguistica. Ed è per questo che il patrimonio agroalimentare italiano, unito a quello delle sue bellezze artistiche, architettoniche, storiche e paesaggistiche, rappresentano una formidabile attrattiva per il turista straniero.

«Abbiamo un patrimonio unico al mondo – ha spiegato recentemente il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – che grazie all’anno del cibo potremo valorizzare ancora di più». Non bisogna dimenticare l’importanza economica dell’agroalimentare italiano, un comparto che nel 2017 ha fatto segnare un record di esportazioni pari a 40 miliardi di euro.

Quindi l’Anno del cibo italiano che è appena iniziato, oltre a valorizzare le eccellenze enogastronomiche nazionali sarà anche un grande investimento per rilanciare l’immagine complessiva dell’Italia nel mondo, sottolineando il profondo legame tra cibo, paesaggio, identità e cultura.

Iniziative social per l’Anno del cibo italiano

“Un calice di vino nella mano di Bacco – si può leggere sul sito dei Beni Culturali – piatti abbondanti di cacciagione, pesci e crostacei per un banchetto luculliano, ceste ricolme di grappoli d’uva, pani, mele e melograni, cascate di ciliegie di tutti i pantoni di rosso. È l’arte a riconoscere per prima la valenza culturale del cibo, il suo valore simbolico, sociale ed estetico, oltre che vitale, dall’epoca greco-romana fino all’avvento del barocco e al contemporaneo. Così il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, insieme al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, inaugura il 2018 Anno del Cibo Italiano con una campagna social tutta incentrata su alimenti e piatti d’autore, quelli realizzati con tempera e chiaro scuro, in marmo o su ceramica, belli da concepirne profumo e gusto”.

E per sottolineare l’importanza dell’iniziativa e condividerne le finalità di promozione non poteva mancare l’invito fatto a tutti di visitare gli oltre 420 musei, parchi archeologici e luoghi della cultura italiani con un obiettivo: cercare, fotografare e condividere il tema del mese con l‘hashtag #annodelciboitaliano.