Il 2018 è stato dichiarato dalla UE “European Year of Cultural Heritage” ovvero “Anno europeo del patrimonio culturale” (Decisione UE 2017/864).
Un’occasione preziosa per un’efficace azione di sensibilizzazione in merito all’importanza sociale ed economica del patrimonio culturale nonché per promuovere l’eccellenza europea nel settore.
Ci sono Anni Europei che si ricordano ed altri che passano senza lasciare traccia.
Vi sono alcune buone ragioni per annoverarlo tra i primi e non farci sfuggire l’opportunità di rendere quest’anno memorabile!
E’ un Anno, infatti, che tocca il nostro Paese sicuramente più degli altri paesi dell’Unione, un’opportunità ghiotta, per gli operatori del turismo e per l’intero sistema Italia che, secondo i numeri della Fondazione Symbola, vanta una filiera che vale 260 miliardi di euro nel suo complesso, 30 miliardi per il solo turismo culturale.

Vogliamo accettare la sfida? Per farlo, conosciamone meglio le finalità.
In primis, l’Anno europeo intende incoraggiare la condivisione e la valorizzazione del patrimonio culturale dell’Europa quale risorsa condivisa, sensibilizzare alla storia e ai valori comuni e rafforzare il senso di appartenenza a uno spazio comune europeo.

Tre sono gli obiettivi generali:
– promuovere il ruolo del patrimonio culturale dell’Europa quale componente essenziale della diversità culturale e del dialogo interculturale;
– rafforzare il contributo del patrimonio culturale dell’Europa alla società e all’economia;
– promuovere il patrimonio culturale come elemento importante delle relazioni tra l’Unione e i paesi terzi.
che vengono articolati in 14 obiettivi specifici (http://data.europa.eu/eli/dec/2017/864/oj).
Non c’è che dire! Musica per le orecchie di quanti, operatori Artès per il turismo esperienziale e non solo, si impegnano a fare del territorio italiano con le sue risorse culturali, il palcoscenico di storie da vivere insieme, creando relazioni di valore con i turisti di tutto il mondo.
Un territorio, riproposto dall’Europa, come mezzo per l’identificazione e affermazione di valori civili e diritti umani, strumento per il dialogo interculturale e per l’individuazione di risposte alle sfide della contemporaneità capace di coniugare la proposta della millenaria identità europea e lo scambio con culture diverse dalla nostra.
L’augurio è che il prossimo anno possa vedere un particolare attivismo del nostro Paese attorno ad un grande tema in questione: in che modo ‘usare’ il patrimonio culturale per rafforzare l’identità europea e come valorizzarlo, in forme più innovative rispetto ad oggi, per ‘fare’ economia. per fare turismo ?
E’ infatti, negli auspici europei, l’anno 2018 contribuirà ad affermare una visione ampia e integrata del patrimonio, che includa il paesaggio, l’immateriale, il digitale e sia chiaramente in dialogo con la produzione creativa contemporanea.
Abbiamo un patrimonio diffuso come forse nessun altro Paese europeo.
Un’opportunità questa da sfruttare al meglio, che rischia di essere una debolezza (come spesso si è palesata) data dall’incapacità di fare sistema degli attori pubblici tra loro e nel contempo con gli attori del profit e del no-profit.

Abbiamo un’enorme galassia di soggetti potenzialmente beneficiari, attori protagonisti: comuni, province, regioni, sovrintendenze, poli museali.
Questa diffusione si scontra spesso da un lato con la fragilità della macchina amministrativa – specie al livello delle amministrazioni di più piccole dimensioni -, dall’altro da una carenza di nuove professionalità capaci di rendere fruibile il patrimonio culturale .
Riusciremo a cogliere questa opportunità europea?
Riusciremo come “sistemi turistici locali” ad entrare in sintonia con un’aria che parla di narrazione di un territorio, di un turismo sempre più legato alla sfera culturale, della crucialità delle ‘atmosfere creative’ per stimolare quella che si definisce un’esperienza turistica, capace di fidelizzare il visitatore?
Quale il percorso da attivare nei mille borghi e mille destinazioni per realizzare le “italian experiences“, le esperienze da vivere insieme con i turisti ?
Ne parleremo a gennaio in un prossimo webinar del nuovo ciclo dell’Artès Academy.
Nel frattempo buon 2018, che l’anno europeo del patrimonio culturale vada ad iniziare !